Videochiamate in azienda: come garantire la massima qualità anche in condizioni sfavorevoli

Videochiamate in azienda: come garantire la massima qualità anche in condizioni sfavorevoli

In questo generale clima di incertezza dovuto alla pandemia, in cui si è cercato di limitare il più possibile ogni forma di contatto non indispensabile con le altre persone, lo strumento della videochiamata è divenuto fondamentale, soprattutto in ambito aziendale.

Con il consolidamento della pratica dello Smart Working – attraverso cui le organizzazioni del nostro Paese hanno saputo rispondere in maniera resiliente agli imprevisti da Covid-19 -, le comunicazioni aziendali si sono spostate online, tra meeting e call.

La quotidianità di ciascuno di noi si è arricchita con riunioni da remoto con i clienti, incontri virtuali con i fornitori e videocall tra colleghi: la videochiamata, insomma, si è presentata come il sostituto del tradizionale vis-à-vis, mantenendo – spesso! – inalterata l’immediatezza tipica della conversazione in presenza.

Come per ogni cosa, infatti, non sono mancati intoppi sul cammino, esplicabili in interferenze varie in grado di disturbare la chiamata o nel peggiore dei casi interromperla, in disconnessioni improvvise o in dubbi relativi alla privacy e alla sicurezza dei dati.

La soluzione di Cabar per videochiamate sempre ottimali

Si è compresa la necessità di dotarsi di strumenti idonei che garantissero efficienza, sicurezza e prestazioni ottimali anche in condizioni non favorevoli.

La comunicazione, infatti, rappresenta da sempre il cuore nevralgico di ogni azienda, ciò che mantiene in vita la produttività. A questo proposito, noi di Cabar sosteniamo le imprese del nostro Paese con una soluzione ad hoc per meeting e call online: si tratta del kit di Yealink, realizzato appositamente per garantire la massima riuscita di riunioni e call anche in spazi angusti e poco affollati.

La soluzione garantisce molteplici benefici: innanzitutto non è vincolante rispetto al dispositivo, nel senso che è possibile fare videochiamate usando qualsiasi applicazione (dal tradizionale Skype alla new entry Zoom). In secondo luogo, il suo utilizzo è molto intuitivo e semplice: si può disporre dei vantaggi di Yealink direttamente dal proprio computer e non è necessario installare drive aggiuntivi.

La videocamera inclusa nel kit, grazie al suo sistema di inquadratura automatica e all’obiettivo quadrangolare 120°, permette una risoluzione in 4K anche in ambienti poco ottimali quali stanze non molto spaziose o spazi poco illuminati. Allo stesso tempo il sistema vivavoce bluetooth restituisce all’ascoltatore un suono molto simile a quello reale, eliminando completamente qualsiasi forma di rumore o eco. Insomma, grazie a Yealink sparisce quasi completamente la linea di demarcazione tra esperienza reale e virtuale.

Violazioni di dati e cybersecurity: il punto sulle aziende

Violazioni di dati e cybersecurity: il punto sulle aziende

Le violazioni di dati sono sempre più frequenti e determinano costi ingenti per le aziende in termini di cybersecurity. È quanto si evince dal report pubblicato da IBM Security dal titolo “Cost of a Data Breach 2020”, in cui si legge come nel mondo, nel periodo compreso tra agosto 2019 e aprile 2020, siano state oltre 500 le imprese vittime dei pirati informatici, di queste 21 sono italiane.

Come anticipato, la spesa che le aziende hanno dovuto affrontare per far fronte a tale problema è molto consistente: si parla di 3,86 milioni di dollari a livello globale e di 2,90 milioni di euro nel nostro paese.

Le organizzazioni smart sono quelle che meglio sono riuscite a non cadere nel tranello dei cyber-criminali e a scongiurare la minaccia delle violazioni dei dati: grazie all’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate che permettono di automatizzare i processi di sicurezza infatti, queste sono risultate in grado di ridurre il più possibile il danno apportato dagli hacker.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, in costante pericolo sono apparse le aziende dei settori farmaceutico, finanziario e terziario.

Nell’ultimo anno è stata registrata una maggiore predisposizione da parte dell’imprese nell’adozione di tecnologie avanzate per la sicurezza: si è passati da un 49% nel 2019 a un 56% nel 2020. Di conseguenza, questo ha determinato una flessione del 4,9% del costo medio complessivo relativo alle violazioni sostenuto da un’impresa.

Nonostante ciò, la strada da fare è ancora lunga: i costi, seppur in diminuzione, continuano a gravare sui bilanci aziendali. Spesso si tende a sottovalutare l’importanza di un sistema di cybersecurity efficiente, ma i costi determinati da un attacco informatico sono direttamente proporzionali alle tempistiche di risoluzione, per cui maggiori sono i tempi impiegati per far fronte al problema, maggiore è anche la spesa sostenuta.

Si è visto come se una violazione viene scovata in meno di 100 giorni, i costi si aggirano intorno ai 2,18 milioni di euro; se invece viene impiegato più tempo si arriva a 3,62 milioni di euro.

In ultima analisi, risulta fondamentale per ogni azienda acquisire familiarità con le nuove tecnologie per rendere sempre più efficienti i sistemi di cybersecurity e contrastare le violazioni di dati da parte degli hacker.

Collaborare da remoto: la nostra soluzione per creare un Digital Workspace funzionale

Collaborare da remoto: la nostra soluzione per creare un Digital Workspace funzionale

Trovare il giusto compromesso tra capacità organizzativa e approccio manageriale basato sulla flessibilità e sull’autonomia nella scelta di spazi ed orari rappresenta oggi una sfida a cui le imprese non possono sottrarsi.

Rispetto al passato, non è mutato solamente il modo di lavorare: sono cambiate le esigenze dei collaboratori, le richieste del mercato e, ovviamente, le tecnologie favorevoli al business. Improvvisare non è (e non è mai stata) una possibilità: c’è bisogno di strumenti che consentano a un numero sempre più ampio di dipendenti di lavorare con efficacia anche lontano dal tradizionale luogo lavorativo.

Serve, dunque, un vero ambiente di Digital Workspace, capace di supportare i collaboratori in ogni momento e di garantire all’azienda di non inficiare la propria produttività. Anzi, di ottimizzarla grazie all’implementazione di una cultura di Smart Working.

Nel secolo che si rinnova ogni giorno, il difficile compito da portare a termine per le organizzazioni è trasformare il proprio business secondo quelle che sono le prerogative del presente e le richieste del futuro, senza però decostruirne le fondamenta.

Digital Workspace: la soluzione proposta da Cabar

Per aiutare le aziende in questo arduo ma stimolante obiettivo, noi di Cabar proponiamo la soluzione Awingu – di cui siamo partner -, ideale per facilitare la collaborazione da remote e renderla sicura.

La nostra tecnologia fornisce agli utenti un Digital Workspace completo di tutto (applicazioni, file e desktop), accessibile da qualsiasi dispositivo e caratterizzato da un’interfaccia intuitiva e snella. Ciò che fa è trasformare il computer dell’ufficio – e in un senso più ampio l’intera infrastruttura aziendale – in un sito web che sia fruibile da qualsiasi browser in maniera facile, veloce ed efficiente grazie all’utilizzo dello standard HTML 5.

A ciascun collaboratore basterà accedere tramite il browser per avere accesso a tutte le applicazioni, ai file di lavoro e al desktop. Come? Facendo il login in tutta sicurezza e tramite una connessione criptata e monitorata. Ciò rende questa soluzione tecnologia adatta a qualsiasi tipo di impresa: da quelle più piccole alle più strutturate.

Cooperare, che valore! Il nostro impegno verso scuole e Pubblica Amministrazione

Cooperare, che valore! Il nostro impegno verso scuole e Pubblica Amministrazione

C’è chi pensa che competere sia tutto, noi crediamo che cooperare sia decisamente meglio. Per questo durante il periodo di lockdown abbiamo realizzato soluzioni tecnologiche che avessero alla base un desiderio di sostegno concreto indirizzato verso chi ne avesse più bisogno.

La cooperazione è un valore così radicato e naturale negli esseri umani che, purtroppo, a volte finisce per essere dimenticato. Mentre l’emergenza sanitaria ci provava a livello personale prima e dal punto professionale poi, però, logiche individualistiche e visioni parziali hanno lasciato il posto ad una collaborazione funzionale con cui, da sempre, cerchiamo di improntare il rapporto con i nostri clienti in quel cammino di digitalizzazione oggi ancor più necessario.

Il dialogo con i Comuni e le scuole ha posto alla nostra attenzione la necessità di impegnarci in un progetto che permettesse loro di lavorare imboccando una strada nuova ma senza il trauma del cominciare un cammino sconosciuto da zero: la strada segnata da tecnologie digitali efficienti e funzionali.

Consapevoli del loro impegno nella società e dell’indispensabilità del loro ruolo, abbiamo realizzato due prodotti che allargassero il loro spettro di produttività, abilitandoli già da ora alle richieste del futuro.

Cooperare: l’impegno di Cabar per Comuni e scuole

Per permettere ai Comuni di lavorare efficacemente e in maniera produttiva da remoto è stata creata la suite Cabar Smart, dotata di tutti gli strumenti tecnologici necessari per facilitare la collaborazione e la condivisione a distanza. In questo modo, abbiamo permesso loro di continuare la loro attività volta alla cura degli interessi pubblici, cooperando (seppur indirettamente) nell’attenzione al cittadino.

Dopo aver ascoltato le sfide ma anche le difficoltà di insegnanti, dirigenti scolastici e alunni vissute nell’esperienza della formazione a distanza, abbiamo poi realizzato la suite tecnologica Cabar School&University, con l’orgoglio di facilitare la scuola nelle proprie responsabilità. Già da oggi, ma ancora di più domani. Consci della necessità di disporre degli strumenti idonei per portare a termine compiti difficili, abbiamo composto la nostra soluzione di software ad hoc per rendere semplice, funzionale e produttiva la scuola da remoto sia per il corpo docente sia per gli studenti.

Ed ora? Il Coronavirus ha mutato radicalmente il modo di intendere la Pubblica Amministrazione e la scuola, costringendoci ad adattarci a situazioni che dobbiamo già dare per familiari. La formazione presumibilmente continuerà ad avvalersi della modalità a distanza come i Comuni dello Smart Working: ma insieme, sapremo adeguarci alle sfide del presente e trasformarle in valore. Contattaci per cooperare con noi!

Attacco BEC: cos’è e come difendere la propria azienda?

Attacco BEC: cos’è e come difendere la propria azienda?

I Business E-mail Compromise (BEC) sono forme di cybercrime che adoperano e-mail fraudolente per attaccare aziende, governi e organizzazioni no-profit.

Solitamente l’obiettivo è indurre un trasferimento monetario su conti esterni all’azienda, ma il fine può essere anche quello di danneggiare l’impresa stessa od ottenere dati riutilizzabili per truffe più elaborate.

Come vengono costruiti i BEC

La principale particolarità delle BEC sta nel fatto che le e-mail vengono inviate da indirizzi legittimi, ottenuti tramite una prima e preventiva violazione di un account aziendale. Da questo, l’attacco è spedito a un altro impiegato che ricopre uno specifico ruolo gestionale all’interno dell’organizzazione e che non può evitarlo nemmeno facendo affidamento ai tradizionali sistemi di autentificazione della posta elettronica.

L’altra peculiarità di questo tipo di e-mail sta nelle logiche persuasive con cui viene costruita: viene sfruttata l’autorità legata allo pseudo-mittente, per indurre il malcapitato ad agire rapidamente e a scoraggiare eventuali verifiche. Alla base dei BEC ci sono sofisticate tecniche di ingegneria sociale volte a incrementare il tasso di incisicità della minaccia.

In questa tipologia di raggiro non sono utilizzati allegati nocivi che possano far scattare un allarme automatico (salvo rare eccezioni), poiché la trappola sta nel corpo del messaggio. Di conseguenza, nella grande maggioranza delle volte le richieste fraudolente riescono a superare anche la più solida linea di sicurezza delle e-mail.

Come difendersi da un BEC?

Il noto sito di sicurezza informatica Kaspersky ha analizzato il fenomeno dei Business E-mail Compromise (BEC) interni all’azienda per delineare le migliori strategie di difesa.

La difficoltà nell’elaborare un piano strutturato funzionante sta nel fatto che la minaccia viene pensate non per attaccare una rete, ma una persona; infatti il criminale, una volta ottenuto l’accesso a un primo account aziendale, non può essere individuato tramite meccanismi di autenticazione e-mail (DKIM, SPF, DMARC) né mediante gli strumenti automatici anti-phishing e antispam standard.

Essendo l’e-mail perfettamente legittima, l’unico vero modo per difendersi è analizzare accuratamente il contenuto e non agire impulsivamente.

Non potendo contare su una strategia davvero chiara, l’arma migliore in questo caso è prestare particolare attenzione ai messaggi che richiedono il trasferimento di dati sensibili. In secondo luogo sarebbe opportuno costituire un secondo livello di verifica, ad esempio semplicemente contattando il collega in questione, ovviamente su un canale differente.