Le sfide future del Cloud

Le sfide future del Cloud

Utilizzo del Cloud oggi

Secondo le ultime statistiche rilasciate da Eurostat sull’utilizzo del Cloud, il 42.5% delle Aziende europee ha acquistato servizi in Cloud nel corso del 2023. Tale percentuale risente della grande variabilità del dato tra i diversi Paesi, che va dal 78.3% in Finlandia al 17.5% in Bulgaria.

In Italia il dato si attesta al 61.4% con una crescita di un punto percentuale rispetto al 2021.

Occorre però approfondire e cercare di comprendere quali sono i servizi IT per cui le aziende italiane preferiscono il Cloud. Al primo posto ci sono i servizi legati alla posta elettronica (97.3%), seguiti dalle applicazioni per la sicurezza (78.3%) e dall’utilizzo di software per ufficio (67%), mentre siamo ben al di sotto della media europea sia nell’utilizzo di applicazioni ERP e CRM che nell’utilizzo del Cloud come Platform as a Service per lo sviluppo di applicazioni.

I differenti approcci all’uso del Cloud da un Paese all’altro sono legati alla natura stessa del Cloud che, tramite le tecnologie di virtualizzazione, scompone l’infrastruttura IT in blocchi di risorse (storage, calcolo, rete) a cui gli utenti possono accedere selettivamente e senza bisogno di intermediazione. Il Cloud offre infatti un’elevata flessibilità non solo sulla quantità di risorse a disposizione, ma anche sulla tipologia di servizio, grazie ad una gestione basata su raffinate previsioni di utilizzo e conseguente allocazione delle risorse.

Quali sono le sfide future che le aziende devono affrontare?

Posto quindi che il Cloud è una tecnologia destinata ad un utilizzo sempre più ampio nell’ottica dello sviluppo digitale delle Imprese e dei Paesi, è opportuno domandarsi quali rischi può comportare.

Sappiamo che è responsabilità del cloud provider gestire gli aspetti di sicurezza, riservatezza, resilienza, e operatività in accordo ai livelli di servizio promessi. Fondamentale per le Aziende è quindi la scelta del Cloud provider capace di mantenere le promesse fatte in fase contrattuale, anche perché non è così semplice muoversi da un Cloud ad un altro: non c’è infatti ad oggi una vera interoperabilità e, nonostante l’esistenza di numerosi strumenti per la gestione del cosiddetto “multi-cloud”, ovverosia uno strato software che promette di selezionare dinamicamente il cloud su cui eseguire particolari servizi al fine di ottimizzare i costi e ridurre, se non eliminare, il vendor lock-in, va notato che sempre più servizi ed applicazioni non sono standardizzabili e i risultati possono variare molto da un cloud ad un altro.

Un altro elemento da tenere in considerazione nella scelta del Cloud provider è la compliance alle normative nazionali ed europee: alcune normative, quali ad esempio GDPR, non permettono il trasferimento dei dati fuori dall’Unione Europea, di conseguenza le aziende italiane che utilizzano i servizi di posta elettronica in Cloud, devono verificare di non caricare i loro data base aziendali in server localizzati in data center Extra-UE per non incorrere nelle sanzioni previste.

Oggi si parla sempre più spesso di rischio “geopolitico”, legato al fatto che le infrastrutture Cloud possedute da aziende europee sono una minima percentuale rispetto a quelle dei grandi player globali, che potrebbero modificare in qualsiasi momento alcuni livelli di servizio o, peggio, permettere l’accesso ai dati da parte di organizzazioni o governi stranieri. Per questo, la Commissione Europea, che ha inserito tra gli obiettivi nell’Agenda Digitale 2030 l’utilizzo di cloud/IA/Big Data da parte del 75% delle aziende europee, sta valutando la creazione di un eco-sistema europeo, basato sulla standardizzazione, ma soprattutto sulla formazione di ingegneri e programmatori qualificati, capaci di strutturare un’offerta competitiva rispetto a quella dei maggiori attori mondiali.

Ultima, ma forse più importante sfida per le Aziende è lo sviluppo di competenze interdisciplinari tra cui la digitalizzazione – di cui il Cloud è un elemento sempre più rilevante – deve essere vista non tanto dal punto di vista tecnico, quanto dal punto di vista strategico, come un fattore abilitante che offre molteplici opportunità per migliorare i processi, l’utilizzo dei dati e la competitività aziendale.

Cabar ha le competenze per affiancare le aziende nella migrazione al Cloud, valutando di volta in volta quali applicazioni e servizi gestire on-premises e quali invece spostare in Cloud, selezionando i Cloud provider sulla base delle specifiche tipologie di business aziendale, verificandone l’affidabilità e l’adeguatezza al rispetto delle normative. Inoltre Cabar offre la possibilità di utilizzare un Cloud provato gestito direttamente da Cabar con livelli di assistenza e di servizio estremamente competitivi.

Cloud Computing –  alcuni dati

Cloud Computing – alcuni dati

Il Cloud Computing in Europa

Secondo gli ultimi dati Eurostatnel 2021 il 41% delle aziende europee ha utilizzato il Cloud Computing, principalmente per le e-mai e per lo storage dati.

Il 73% di queste imprese ha utilizzato anche servizi avanzati relativi alla sicurezza, all’hosting dei data base aziendali e al PaaS, ovvero all’uso delle piattaforme in Cloud per lo sviluppo di applicazioni proprietarie. La crescita nell’utilizzo del Cloud Computing è stata del 5% su base annua.

In Europa, le aziende che utilizzano maggiormente i servizi di Cloud Computing sono quelle del settore ICT e dei settori tecnici e scientifici, ma la crescita negli altri settori, in particolare nel retail, è stata quella più elevata e lascia supporre la volontà di queste aziende di voler colmare il divario tecnologico ancora presente.

L’utilizzo del Cloud Computing è più diffuso tra le grandi aziende (72%), che tra le medie (53%) e le piccole (38%), anche se il tasso di adozione di questa tecnologia ha avuto lo stesso incremento percentuale del +7% sia per le grandi aziende, che per quelle medie.

Esiste una differenza anche nell’utilizzo dei servizi Cloud tra grandi, medie e piccole aziende: se la percentuale nell’utilizzo del Cloud SaaS si attesta, a livello europeo, attorno al 94% indipendentemente dalla dimensione aziendale, per quanto riguarda IaaS, la media europea è del 74%, ma il dato relativo alle grandi aziende è del 81%; non sorprendentemente è ancora più ampia la forbice se si considera l’utilizzo del Cloud in modalità PaaS: 38% da parte delle aziende più grandi, 27% nelle medie aziende e 19% nelle piccole aziende.

Il Cloud Computing in Italia

Per quanto riguarda l’Italia, l’indagine Eurostat rivela che il 60% delle aziende ha utilizzato servizi di Cloud Computing nel 2022, con una crescita di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Di queste, il 98% utilizza servizi di e-mail, il 58% servizi di archiviazione dei dati, il 70% per applicazioni connesse alla sicurezza informatica. Solo il 39% utilizza il Cloud per l’hosting del data base aziendale, rispetto ad una media europea del 46% e la percentuale delle aziende italiane che utilizzano il Cloud in modalità PaaS si limita al 10%, di quelle che utilizzano i servizi di Cloud Computing, una percentuale che è la metà della media europea.

Per quanto riguarda il 2023, i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano ci dicono che il mercato è cresciuto del 19% raggiungendo il valore di 5,51 miliardi di euro. A trainare la crescita soprattutto l’utilizzo del Cloud Pubblico e Ibrido (+24%) che si attesta a 3.729 miliardi di euro. Al suo interno, la crescita maggiore è legata ai servizi infrastrutturali (IaaS) che sono cresciuti del 29% arrivando a quota 1,511 miliardi di euro, seguiti da PaaS (+27%) per un valore di 686 milioni di euro e quindi da SaaS, che, storicamente più diffuso e utilizzato, cresce meno in termini percentuali (+19%), ma di più in termini assoluti, arrivando a quota 1,532 miliardi di euro.

La stessa ricerca evidenzia però come ci sia ancora molta strada da fare verso lo sfruttamento del Cloud Computing in tutte le sue potenzialità. Il 74% delle aziende continua a gestire le risorse e i costi della nuvola secondo le logiche tradizionali dei sistemi on-premise, dimostrando di non guardare al Cloud come un potente strumento per accelerare l’innovazione e la digitalizzazione, ma come un mezzo per aumentare l’efficienza e ridurre i costi.

 

La creazione di una solida cultura digitale in Italia è ancora ai primi passi, ma è necessario che il processo subisca un’accelerazione, se vogliamo che le Aziende italiane sappiano cogliere appieno tutti i vantaggi che il Cloud Computing può offrire.

Il Cloud come scelta strategica.

Il Cloud come scelta strategica.

Alcuni dati

Secondo i dati degli Osservatori del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato Cloud in Italia ha registrato una crescita del 19% rispetto all’anno precedente e si attesta su un valore di 5.51 Mld di euro. (fonte https://www.osservatori.net/it/ricerche/comunicati-stampa/cloud-italia-mercato)

Chi investe nel Cloud sono soprattutto le grandi imprese, ma si inizia ad evidenziare una crescita importante anche tra le PMI, che adottano prevalentemente soluzioni di Public Cloud.

Il Cloud come scelta strategica

Interessante notare come la scelta del Cloud per le imprese stia – anche se lentamente – passando da una prima fase “interlocutoria”, in cui la prevalenza degli investimenti era su SaaS o sulla migrazione di applicazioni già compatibili col Cloud, ad una seconda fase, in cui il Cloud viene finalmente visto come una scelta strategica, determinante nell’evoluzione del processo di digitalizzazione dell’Azienda. Siamo ancora agli inizi di questa transizione e molte imprese vedono ancora il Cloud solo come un modo per risparmiare sui costi IT, ma è inevitabile che col tempo le aziende arriveranno a comprendere come utilizzare al meglio l’ambiente Cloud per avere benefici tangibili sulla produttività, sull’organizzazione interna e, di conseguenza, sulla competitività aziendale.

L’utilizzo del Cloud nei prossimi anni si evolverà quindi non tanto grazie allo sviluppo tecnologico, ma a seguito di un cambiamento culturale. Le aziende più capaci di cambiare paradigmi consolidati e di abbracciare il cambiamento a tutti i livelli, con adeguati percorsi formativi e informativi per tutti i soggetti coinvolti, saranno quelle che prima delle altre otterranno i maggiori benefici economici dall’utilizzo del Cloud e dei servizi ad esso collegati.

Alcuni aspetti da tenere in considerazione

Ci sono diversi aspetti che le aziende devono considerare per poter dare valore strategico al Cloud:

Modello dei costi IT: nelle soluzioni on-premise le aziende devono affrontare un elevato investimento iniziale in infrastruttura ogni volta che un ammodernamento o un ampliamento viene ritenuto necessario, il Cloud permette invece di avere a disposizione le risorse in modo flessibile, con elevata scalabilità sia verso l’alto che verso il basso, laddove il costo dell’infrastruttura viene spalmato nei canoni di utilizzo del servizio. In un periodo di incertezza economica, far prevalere i costi operativi (Opex) sugli investimenti (Capex) può rivelarsi una strategia vincente

Sicurezza e protezione dei dati: il tema della Cybersecurity è oggi di grande attualità, date le crescenti minacce informatiche che arrivano dalla rete. Le aziende che scelgono una soluzione Cloud, magari unita ad un servizio di MSP, possono contare su backup programmati e periodici, che permettono un ripristino immediato in caso di attacchi, e su una protezione perimetrale garantita dal fornitore del servizio, senza che la singola azienda debba quindi dedicare risorse a questo aspetto della sicurezza.

Compliance: anche in merito al rispetto delle normative, la soluzione Cloud può essere vantaggiosa. Scegliendo un servizio Cloud, gli aspetti legati all’accesso protetto all’infrastruttura fisica, alla collocazione geografica dei dati e alla presenza di specifici requisiti tecnici, sono gestiti dal provider e permettono all’azienda di focalizzare le risorse interne su altri elementi più connessi al business, migliorando così il risultato aziendale.

Queste sono solo alcune considerazioni da fare nella scelta di una soluzione in Cloud. Il team di Cabar è disponibile in ogni momento per ulteriori approfondimenti e per un’analisi puntuale e personalizzata sulle esigenze di ogni azienda.

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Cloud, una nuvola di servizi, dove non è sempre facile orientarsi

Cloud, una nuvola di servizi, dove non è sempre facile orientarsi

Cos’è il Cloud

Con Cloud Computing oggi si intende l’erogazione di servizi informatici attraverso la rete Internet, utilizzando un insieme di risorse, che il fornitore di servizi mette a disposizione del cliente in maniera modulabile a seconda delle specifiche esigenze. Il Cliente a sua volta può scegliere che tipo di servizio utilizzare tra quelli proposti dal fornitore.

Quali modelli di servizio fanno parte del Cloud

Oggi i servizi più comuni nel Cloud si raggruppano in:

  • SaaS (Software as a Service), che si ha nel momento in cui il cliente utilizza software e/o applicativi installati su un server remoto, che l’utente utilizza come fosse il suo computer “virtuale”:
  • HaaS (Hardware as a Service) che si ha quando l’utente utilizza una macchina virtuale per l’elaborazione dei suoi dati
  • DaaS (Data as a Service) che si ha nel momento in cui l’utente usa il servizio per “spostare” i dati nell’ambiente virtuale in modo da poter accedere ad essi in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo.

Le diverse combinazioni di questi servizi, permettono la fruizione di molte delle applicazioni che oggi tutti conosciamo, come ad esempio i Social Network.

A questi servizi, negli ultimi anni se ne sono aggiunti altri:

  • PaaS (Platform as a Service) in cui il fornitore mette a disposizione dell’utente una piattaforma completa comprensiva di sistemi operativi, su cui è possibile sviluppare propri applicativi
  • IaaS (Infrastructure as a Service) in cui viene fornita l’infrastruttura completa: server, sistemi di memoria, software, sistemi operativi…che il cliente può utilizzare come se fosse “virtualmente” la sua propria infrastruttura
  • BaaS (backup as a Service) in cui i dati del cliente vengono archiviati in cloud, fuori sede del cliente

 

Quanti tipi di Cloud esistono

Oltre a scegliere la tipologia di servizio più adatta alle proprie esigenze, il Cliente che opta per una soluzione in Cloud ha diverse possibilità relativamente alla gestione del servizio. Può infatti optare per un Cloud Privato, destinato solo a lui, un Cloud pubblico, condiviso o una soluzione di Cloud ibrido, composta da una combinazione di Cloud privato e pubblico.

Quali altri aspetti occorre tenere in considerazione?

Altri aspetti, non certo meno rilevanti, da tenere in considerazione sono i possibili rischi e le criticità nella migrazione dei dati dall’ambiente on-premise, che deve garantire congruenza nel rispetto dei tempi di migrazione. Un ulteriore tema è la sicurezza dei dati: non essendo più “custoditi” all’interno dell’organizzazione, è richiesto il ridisegno del perimetro di sicurezza considerando al tempo la necessaria fruibilità del dato esposto ai nuovi criteri di collaborazione.

Altro elemento critico è la continuità del servizio: se il Cloud offre l’indubbio vantaggio di non dover manutenere una propria infrastruttura, ha come svantaggio quello di richiedere una precisa progettazione dei servizi di backup e disaster recovery, spesso ritenuti erroneamente inclusi in un’offerta di Cloud, in particolare se Pubblico.

Infine, la mancanza di uno standard comune tra i diversi provider di servizi, può creare qualche difficoltà nella fase comparazione tra le soluzioni e di migrazione di dati e applicazioni.

Il supporto di Cabar

Da tutto quanto sopra emerge chiaramente come scegliere di migrare in Cloud sia un’attività complessa, che richiede un’analisi a priori degli obiettivi che l’azienda si pone e una conoscenza approfondita delle diverse opportunità offerte dal mercato.

Cabar ha le competenze per aiutare i Clienti in questa scelta, affiancandoli in ogni passo del percorso, aiutando a scegliere i servizi necessari, pianificando nel modo corretto la migrazione di dati, applicativi ed eventuali licenze.

Cabar offre ai suoi clienti un Cloud privato gestito direttamente da Cabar, ma aiuta i clienti a scegliere anche il migliore provider quando si tratta di cloud pubblico o ibrido, nel qual caso fornisce supporto nel definire quali applicazioni e dati conviene gestire in Cloud privato e quali invece possono andare il Cloud pubblico.

Cloud computing, sviluppi tecnologici e trend 2021

Cloud computing, sviluppi tecnologici e trend 2021

Con il termine “cloud computing” in informatica si indica un insieme di tecnologie che permettono, sotto forma di un servizio offerto al cliente, di memorizzare, archiviare ed elaborare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware / software distribuite e virtualizzate in Rete. La creazione di una copia di sicurezza (backup) è automatica e l’operatività si trasferisce online, mentre i dati sono memorizzati in server farm.

Il cloud computing, specialmente in questo ultimo anno, si è rivelato uno dei protagonisti dell’evoluzione del cambiamento tecnologico. Secondo gli esperti del settore informatico, entro la fine del 2021 il 94% dell’elaborazione del carico di lavoro di Internet dipenderà quasi esclusivamente dal cloud e molte aziende tenderanno a trasferire la maggior parte delle loro operazioni quotidiane di front-end e back-end su cloud.

Ma quali sono gli ultimi sviluppi e i trend futuri del cloud computing?

L’evoluzione del cloud computing e trend futuri

La prima tecnologia che sarà coinvolta negli sviluppi futuri del cloud è l’integrazione di Machine Learning e AI. L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, come strumenti di riconoscimento delle immagini e elaborazione del linguaggio, sono fattori chiave che permetteranno alle aziende di tutte le dimensioni e in tutti i settori una maggiore produttività ed efficienza.

Un altro trend è l’affermarsi del cloud distribuito, ossia la possibilità di distribuire servizi di cloud pubblico al di fuori dei data center dei provider. Quest’ultimi, però, mantengono la responsabilità dell’efficacia del servizio globale erogato in termini di sicurezza, governance e aggiornamenti tecnologici. Questa funzionalità consentirà alle aziende di operare su cloud rispettando le loro esigenze di budget e di spazio, e sarà utile specialmente alle aziende più piccole con meno risorse.

Un nuovo trend, in costante crescita nel 2021, è il dominio del cloud per l’intrattenimento da parte dei vari servizi di streaming audio e video che utilizzano il ​​cloud per potenziare le loro piattaforme. Il cloud, infatti, sarà doppiamente utile: alle aziende e agli utenti. Le prime potranno offrire un catalogo di prodotti audiovisivi scalabile all’interno di uno spazio di archiviazione ampio; i secondi potranno usufruire dei servizi audiovisivi in alta definizione e senza problemi di buffering.

I nuovi sviluppi del cloud computing vedranno anche una maggiore collaborazione grazie al multicloud. Crescenti sono le richieste dell’industria di ambienti ibridi o multicloud, ciò significa che i grandi provider dovranno creare ponti tra le loro piattaforme, adottando un approccio più collaborativo vantaggioso per tutti.

Nel futuro il lavoro diventerà sempre più virtuale. Grazie alle macchine virtualizzate accessibili da remoto con qualsiasi browser, sarà possibile accedere ai propri dati e applicazioni da qualsiasi luogo. Per lavorare basterà una semplice connessione a Internet. Questo nuovo metodo di lavoro sembra poter assicurare già da oggi una maggiore efficienza produttiva, grazie a una tecnologia aggiornata e sincronizzata, con grandi vantaggi in termini di sicurezza, poiché tutti i dispositivi possono essere gestiti in modo centralizzato.

Il cloud computing, dunque, è la tecnologia del presente e del futuro che assicurerà evoluzione in diversi settori, senza limiti di dimensioni o di risorse per le aziende. Per questo Cabar offre ai suoi clienti, dalle PMI fino alle multinazionali, servizi di cloud mettendo a disposizione la migliore professionalità nel campo.